Una recente ricerca tutta italiana mira a sviluppare linee guida nazionali che integrino l’esercizio fisico nei percorsi terapeutici standard per i pazienti oncologici, in particolare per neoplasie alla testa e al collo, sensibilizzando il personale sanitario ed educando i pazienti a uno stile di vita più attivo.
L’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’Istituto Maugeri di Pavia, sotto la direzione di Laura Locati, ha avviato un progetto di ricerca all’avanguardia finanziato dal Pnrr, in collaborazione con la Fondazione Policlinico San Matteo, il Centro Nazionale di Adroterapia (CNAO), l’Istituto dei Tumori “Pascale” di Napoli e l’Ospedale Universitario di Sassari.
Questo studio, il primo del suo genere in Italia, punta a sviluppare una terapia integrata che combini attività fisica, supporto nutrizionale e assistenza psicologica per i pazienti affetti da tumori alla testa e al collo. L’obiettivo è ottimizzare i risultati clinici e il benessere complessivo del paziente, migliorare la risposta immunitaria, ridurre i tempi di recupero e gestire in modo efficace gli effetti collaterali delle terapie.

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Un trattamento multidisciplinare, che integra queste diverse modalità, potrebbe potenziare le cure tradizionali, considerando la natura invasiva del tumore, che colpisce organi vitali e delicati come la bocca, la gola, la laringe e le corde vocali, secondo il rapporto “I numeri del Cancro 2024” dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, pubblicato il 20 dicembre 2024. Stando al report, nel 2022 in Italia si sono registrate circa 9.750 nuove diagnosi di tumore della testa e del collo, con 7.050 casi negli uomini e 2.700 nelle donne, e circa 3.800 decessi (2.700 uomini e 1.100 donne). La sopravvivenza a cinque anni è del 59% per gli uomini e del 62% per le donne. Superato il primo anno, la probabilità di vivere ulteriori quattro anni cresce al 72% per gli uomini e al 76% per le donne. Attualmente, circa 57.900 persone vivono con questa diagnosi.
Tumori testa e collo: da malattia degli anziani a emergenza tra i giovani
Il progetto rappresenta un’inversione di paradigma nella gestione dei pazienti oncologici, come ha spiegato Locati sul sito ufficiale della Fondazione Maugeri. In passato, si pensava che il riposo fosse fondamentale per prepararsi all’intervento chirurgico, mentre oggi si ritiene che una preparazione fisica e psicologica mirata sia fondamentale per consentire al paziente di affrontare al meglio le terapie e accelerare la guarigione.
Locati spiega, inoltre, che l’epidemiologia di questi tumori è cambiata considerevolmente. In passato, erano più comuni nei soggetti over 65, con il 24% dei nuovi casi diagnosticati in pazienti di età superiore ai 70 anni. I principali fattori di rischio erano il fumo e l’alcol. Invece, negli ultimi anni, si è osservato un aumento dei casi tra le persone più giovani, con un’età media di 55 anni, spesso a causa dell’infezione da papillomavirus.
Questo gruppo di giovani pazienti rappresenta il focus principale dello studio, di cui 30 in preparazione a interventi chirurgici e 30 trattati con chemio-radioterapia, tutti con carcinoma curabile del distretto testa-collo.
Lo studio sperimentale nel dettaglio
Il percorso di pre-abilitazione del gruppo di studio prevede l’impiego di tecnologie all’avanguardia per supportare i pazienti nella preparazione alle terapie. Tra queste, il D-Wall, un sofisticato dispositivo presente nella palestra dell’IRCCS Maugeri di Pavia, che analizza il movimento e il controllo posturale, aiutando a personalizzare gli esercizi in base alle esigenze di ciascun paziente.

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Inoltre, ai partecipanti è stato fornito un orologio intelligente, da indossare durante tutto il percorso di pre-abilitazione, il trattamento e il follow-up. Questo dispositivo permette di monitorare in tempo reale parametri vitali come frequenza cardiaca, livello di attività fisica e qualità del sonno, fornendo dati utili per adattare il programma riabilitativo.
Grazie a queste tecnologie, il gruppo di ricerca dell’IRCCS Maugeri potrà valutare in modo oggettivo l’impatto dell’attività fisica, di un’alimentazione equilibrata e del supporto psicologico sui pazienti, misurando il loro contributo al miglioramento della risposta alle terapie e al recupero post-trattamento.
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