16 Gennaio 2025, 10:19
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Scoperte nanoparticelle d’oro per individuare e curare i tumori alla vescica

di Riccardo Pallotta
COVER-NANOPARTICELLE
Ogni anno vengono diagnosticate oltre 500mila nuove persone con tumore alla vescica, un tipo di neoplasia estremamente difficile da trattare. Ma c’è speranza grazie a una ricerca effettuata in Italia.

La complessità nella cura del tumore alla vescica deriva dalla resistenza alle terapie e dalla presenza della cosiddetta “malattia residua”. I tumori più piccoli di 1 millimetro, invisibili alle attuali tecniche diagnostiche, sono particolarmente problematici, poiché spesso causano recidive, con conseguenze gravi per i pazienti.

Tuttavia, un team di ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, coordinato da Massimo Alfano (group leader dell’Unità di microambiente extracellulare dell’Istituto di Ricerca Urologica – URI), ha recentemente sviluppato un approccio innovativo per risolvere questo problema: l’uso di nanoparticelle d’oro, o “gold nanorods“. Queste piccolissime particelle possono rilevare e trattare i tumori alla vescica inferiori a 1 millimetro, un’impresa che fino a poco tempo fa era impossibile.

Un progetto a cui hanno partecipato anche l’Università Vita-Salute San Raffaele, il CNR di Pisa, l’Università di Bologna, Ascend Technologies del Regno Unito, FUJIFILM Visualsonics Inc. di Amsterdam e l’Università della Malesia.

Come funziona?

Le “gold nanorods” sono infuse direttamente nella vescica attraverso l’uretra. Una volta all’interno, grazie a uno specifico marcatore, si legano esclusivamente alle cellule tumorali. Quando vengono colpite da una luce pulsata, emettono ultrasuoni, rendendo visibile il tumore tramite ecografia. Questo metodo non solo consente di individuare tumori precedentemente invisibili, ma permette anche di trattarli. Con l’uso di una luce continua della stessa lunghezza d’onda, le nanoparticelle d’oro si riscaldano, bruciando ed eliminando definitivamente le cellule tumorali.

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Photo: Applicazione delle nanoparticelle d’oro da www.unisr.it/news

Vantaggi rispetto alle terapie tradizionali

A differenza delle terapie farmacologiche o immunoterapiche, l’uso delle nanoparticelle d’oro non comporta effetti collaterali sui tessuti sani circostanti. L’oro è un materiale biocompatibile, e la sua somministrazione direttamente nella vescica riduce i rischi di complicazioni. Questo approccio teragnostico, ovvero che combina diagnosi e terapia in un’unica soluzione, rappresenta una vera rivoluzione per il trattamento dei tumori alla vescica.

Le ricadute del tumore alla vescica sono infatti una delle sfide più grandi nella lotta contro questa malattia. Ogni anno, circa 200mila pazienti devono affrontare la recidiva del tumore, spesso costretti a lunghi e dolorosi trattamenti o, nei casi più gravi, alla rimozione della vescica. Grazie alle nanoparticelle d’oro, si prevede una riduzione significativa della frequenza delle recidive e un miglioramento generale della qualità della vita dei pazienti. Inoltre, questa tecnologia innovativa potrebbe ridurre i costi sanitari globali, che attualmente superano i 10 miliardi di dollari all’anno.

Prospettive future: il progetto PHIRE

Nel settembre 2023, inoltre, è stato avviato il progetto PHIRE, coordinato sempre dal dottor Alfano e finanziato dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea. L’obiettivo di questo progetto è di portare sul mercato le “gold nanorods”, condividendo il brevetto con l’Università di Bologna. Il team di ricerca è ora alla ricerca di partner industriali e finanziari per accelerare l’applicazione clinica di questa tecnologia rivoluzionaria.

Il potenziale delle nanoparticelle d’oro non si limita ai tumori della vescica. I ricercatori ritengono che il marcatore tumorale utilizzato dalle “gold nanorods” sia espresso anche da altri tipi di tumori, come quelli dell’ovaio e della cervice uterina. Questo significa che la tecnologia potrebbe essere applicata anche ad altre forme di cancro, aprendo nuove strade nel trattamento oncologico.

Il lavoro dei ricercatori rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro il tumore alla vescica. Grazie all’uso delle nanoparticelle d’oro, si aprono nuove possibilità per diagnosticare e curare tumori fino ad ora invisibili. Il futuro sembra promettente, non solo per i pazienti affetti da questa malattia, ma anche per il trattamento di altre neoplasie.

 

Riccardo Pallotta

Photo cover: Freepik

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