3 Ottobre 2024, 12:31
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Il tessuto del midollo spinale potrebbe essere rigenerato

di Veronica Rossetti
Un progetto internazionale, denominato “Riseup” unisce diversi attori per promuovere la rigenerazione del midollo spinale, tra cui l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Ogni anno nel mondo circa 130mila persone subiscono lesioni traumatiche alla spina dorsale, con quasi 2mila casi registrati in Italia. Data l’ampia portata di pubblico interessato, la potenziale rigenerazione del tessuto del midollo spinale suscita particolare interesse a livello internazionale tanto da lanciare, in Italia, il progetto “Riseup” in collaborazione tra vari poli universitari europei, l’Università Sapienza di Roma ed Enea.

Tra scienza multidisciplinare avanzata e ingegneria

La possibilità di rigenerare il tessuto del midollo spinale ha spinto la scienza medica a esplorare orizzonti sempre nuovi in grado di mettere insieme discipline apparentemente non complementari. Seguendo questo approccio multidisciplinare, è nato il progetto “Riseup”, capitanato dalla divisione salute di Enea in sinergia con i ricercatori della Sapienza, dell’Università Politecnica di Valencia, del Centro Investigación Principe Felipe, del Centre National de la Recherche Scientifique e di Rise Technology.

Photo: Media Enea / Dispositivi per la stimolazione delle cellule in vitro

La ricerca sta sviluppando, con ottime probabilità di implementazione, una struttura elettrificata biocompatibile (scaffold) per il trattamento delle lesioni del midollo spinale in concomitanza con il trapianto di cellule staminali per la successiva rigenerazione del tessuto lesionato opportunamente stimolato da impulsi elettrici ultra-brevi che favoriscono il differenziamento delle cellule staminali in modo da ottenere la generazione di nuova identità neuronale.

Un ambizioso passo avanti

In sostanza, lo scaffold favorirebbe il corretto posizionamento delle cellule trapiantate favorendone, al contempo, il loro “attecchimento” e la successiva rigenerazione.
Si tratta di un progetto particolarmente ambizioso e, anche se i risultati sperimentali sono particolarmente incoraggianti, per il momento non è possibile promettere nulla. Possiamo avere fiducia e speranza che questo team di livello internazionale profonderà ogni sforzo possibile per giungere al più presto a risultati concreti e applicabili sperimentalmente su vasta scala.

Veronica Rossetti

Photo cover: Freepik / DC Studio

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