16 Gennaio 2025, 10:08
16 Gennaio 2025, 10:08
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Massimo Marano: «Conosciamo pro e contro del percorso terapeutico per adattarci ai pazienti»

di Riccardo Pallotta
Marano cover
Ricerca e collaborazione: il Dottor Massimo Marano spiega il futuro della gestione integrata per i pazienti con spasticità post-ictus.

Massimo Marano è un neurologo con una solida formazione accademica e una vasta esperienza clinica, maturata sia in Italia che all’estero. Nel corso della sua carriera, ha svolto una Clinical Research Scholarship presso il prestigioso Neurological Institute del New York Presbyterian Hospital, Columbia University, dove si è dedicato alla ricerca sulla malattia di Parkinson, sui disturbi del movimento e sull’uso della tossina botulinica. Tornato in Italia, ha continuato ad approfondire questi ambiti lavorando presso l’Unità Operativa Complessa di Neurologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Health Stories lo ha intervistato al convegno “Ottimizzare la gestione del paziente con spasticità post ictus“, che si è tenuto presso il presidio ospedaliero S. Filippo Neri di Roma il 25 novembre scorso.

Cosa l’ha indirizzata verso lo studio della neurologia?

Le neuroscienze rappresentano uno degli ambiti più affascinanti dell’essere umano. La capacità del cervello di reagire agli stimoli, anche patologici, adattarsi e superare le difficoltà, portando a un continuo sviluppo, è ciò che più mi ha colpito e che rispecchia la natura del nostro lavoro. È proprio questa spinta che mi ha condotto verso la neurologia e che mi porta qui oggi.

Qual è lo stato dell’arte riguardo la gestione del paziente con spasticità post ictus?

Il paziente con spasticità post-ictus si trova spesso in situazioni molto diverse a seconda del contesto territoriale. In alcune aree, esistono reti sanitarie di eccellenza che permettono un percorso ben strutturato, in cui il paziente è seguito da professionisti competenti lungo tutte le fasi di cura.

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Photo: Freepik / jcomp

Tuttavia, in altre realtà, a causa di disparità territoriali, queste strutture non sono presenti o non sono ben organizzate. Questo porta a trattamenti meno tempestivi ed efficaci, con un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente.

Con i suoi colleghi, è promotore dello studio “Colosseo”. Quali sono gli obiettivi dello studio e come prevede di arrivare al miglioramento della gestione del paziente con spasticità post ictus?

Lo studio “Colosseo”, introdotto nell’articolo recentemente pubblicato sulla rivista BMJ open, nasce proprio dal bisogno di analizzare la frammentazione dei percorsi di cura del paziente affetto da spasticità post-ictus. Il primo nodo posto sotto analisi e dal quale è nato lo studio è stato l’ambulatorio per la tossina botulinica: se il paziente non viene trattato tempestivamente, il beneficio del trattamento diminuisce in maniera significativa. Tuttavia, l’obiettivo principale non è limitarsi a migliorare l’attività di un singolo ambulatorio, ma quello di armonizzare l’intera rete assistenziale del post-ictus. Vogliamo creare un network virtuoso che garantisca al paziente di essere seguito nel momento giusto, nel luogo appropriato e da specialisti in grado di rispondere alle corrette necessità. Questo richiede il rafforzamento del dialogo tra neurologi, fisiatri e medici che gestiscono sia la fase acuta sia quella cronica. Inoltre, è fondamentale coinvolgere tutta la rete multidisciplinare di personale sanitario esperto nella gestione del paziente post-critico e cronico. Lo scopo ultimo è sviluppare un modello organizzativo replicabile a livello nazionale, che possa migliorare in modo significativo la qualità delle cure e, di conseguenza, la qualità della vita dei pazienti.

 

Riccardo Pallotta

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