16 Gennaio 2025, 9:35
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Giulia Villa: «La ricerca è uno strumento per migliorare la qualità della vita dei pazienti»

di Annarita Cacciamani
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Laureata in Scienze infermieristiche e ostetriche, Giulia Villa si occupa soprattutto di filoni di ricerca legati all’ambito urologico e in particolar modo alla gestione di pazienti incontinenti o stomizzati.

 

Partire dall’ascolto delle persone per capire le reali esigenze dei pazienti e riuscire a migliorare la loro qualità della vita. È questo l’obiettivo della ricerca scientifica secondo Giulia Villa, ricercatrice del Center for Nursing Research and Innovation dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Laureata in Scienze infermieristiche e Ostetriche e con un Dottorato di ricerca in Infermieristica e Sanità Pubblica, Villa si occupa soprattutto di filoni di ricerca legati all’ambito urologico e in particolar modo alla gestione di pazienti incontinenti o stomizzati.

Da dove nasce e come si sviluppa il suo interesse per la ricerca e l’assistenza a pazienti sottoposti a chirurgia urologica?

Nasce dalla mia esperienza lavorativa nel reparto di urologia, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove mi occupavo di assistenza ai pazienti. Ho conosciuto, quindi, tante persone che si occupano di innovazione e ricerca. Da qui il mio interesse, e dopo aver lavorato per 15 anni in ospedale, dal 2021 sono ricercatrice a tempo pieno.

Quali sono i progetti di ricerca più significativi ai quali sta lavorando?

I progetti più significativi per me sono quelli più vicini alle persone e ai loro bisogni. Uno di questi è il progetto “Onis” (Osservatorio nazionale incontinenza stomia) che nasce da una collaborazione con Fais (Federazione delle Associazioni incontinenti stomizzati). L’obiettivo è creare un registro di condizione da poter utilizzare per raccogliere dati sullo stato di salute e fare cultura. Essere incontinenti o stomizzati comporta, infatti, la necessità di modificare totalmente o in parte le proprie abitudini di vita. Noi vogliamo aiutare i pazienti ad affrontare questi cambiamenti al fine di vivere bene, fornendo loro le strategie e gli strumenti per renderli sempre più autonomi. Un secondo progetto, sempre con Fais, riguarda l’ideazione e sviluppo di un videogioco per l’educazione ai bambini stomizzati. Infine, ci occupiamo anche di sostenere i professionisti nell’assistenza alle persone, per esempio ci stiamo occupando della validazione di una nuova versione di uno strumento per la prevenzione e riconoscimento delle complicanze della stomia.

Lei fa parte di un network multidisciplinare. Come si struttura?

Il network è fondamentale. Ne fanno parte i professionisti sanitari e, soprattutto, le associazioni dei pazienti. È fondamentale collaborare con loro perché dobbiamo partire dai reali bisogni delle persone per investire bene le risorse che abbiamo a disposizione e migliorare la qualità della vita dei pazienti. In progetti particolari, come appunto il videogioco, collaboriamo anche con professionalità estranee al mondo della sanità.

Alla luce delle sinergie tra le diverse realtà ospedaliere che collaborano a progetti di ricerca, quali prospettive future si aprono sul modello di gestione clinico del paziente?

I pazienti incontinenti o stomizzati vengono presi in carico e seguiti da un infermiere o infermiera con formazione specialistica, cioè stomaterapista. Coinvolgere i professionisti che accompagnano paziente e famigliari nel percorso di cura è fondamentale per capire cosa e come migliorare.  Condividere l’expertise maturata permette di mettere in comune esigenze, best practices, strategie, ma anche problemi e difficoltà. La ricerca non può prescindere dal coinvolgimento dei professionisti sanitari e dei portatori di interesse, cioè i pazienti, i caregiver e le associazioni che li riuniscono. Bisogna partire dal loro ascolto perché sono i pazienti a indicarci la direzione.

 

 

Annarita Cacciamani

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