16 Gennaio 2025, 9:21
16 Gennaio 2025, 9:21
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Bronchiolite: novità in vista

di Veronica Rossetti
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Un recente studio clinico ha dato ottimi risultati rispetto alla prevenzione dei rischi legati all’insorgenza della bronchiolite, una patologia che colpisce i bambini di età inferiore a un anno. Intanto l’Italia ha avviato una campagna di immunizzazione gratuita per tutti i neonati, con un anticorpo già approvato.


Con i mesi più freddi, cresce l’attenzione per l’insorgere di alcune patologie che possono colpire l’apparato respiratorio dei più piccoli causando non pochi disagi. Una di queste è la bronchiolite, un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini soprattutto nei primi sei mesi di vita e che ha uno spettro di azione che va da novembre a marzo.

Il responsabile dell’esordio di questa patologia che si caratterizza con rinite, infiammazione delle alte vie aeree, tosse insistente e, nei casi più gravi, con difficoltà respiratoria è (nel 75% dei casi) il virus respiratorio sinciziale (VRS).

Generalmente, la malattia ha un esito benigno e si risolve spontaneamente dopo 7-12 giorni ma in caso di cattiva ossigenazione o di rifiuto di alimentarsi da parte del bambino e, nel caso di presenza si patrologie croniche, o di altri fattori di rischio, come la prematurità, si rende necessario il ricovero.

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Photo: Freepik
/ rawpixel.com

Ottimi i risultati del Clesrovimab rispetto ai dati clinici disponibili

Un fattore determinante è la prevenzione e, da questo punto di vista, a partire da novembre 2024, l’Italia ha avviato una campagna di immunizzazione gratuita per tutti i neonati, utilizzando l’anticorpo monoclonale Nirsevimab, approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) per la prevenzione delle patologie del tratto respiratorio inferiore causate dal VRS nei neonati e nei bambini durante la loro prima stagione di esposizione al virus. Questa iniziativa mira a proteggere i bambini nati durante la stagione epidemica e quelli con meno di sei mesi all’inizio del periodo a rischio. L’obiettivo è ridurre l’incidenza di bronchiolite e le relative ospedalizzazioni.

Nel frattempo, i risultati degli studi di un nuovo anticorpo monoclonale, il Clesrovimab, sono piuttosto incoraggianti, come riporta un recente studio clinico i cui dati sono stati recentemente presentati dalla casa farmaceutica MSD. La sperimentazione clinica di questo anticorpo, iniziata nel 2018, che è stato somministrato in un’unica soluzione, ha evidenziato una riduzione del 60,4% del rischio di infezioni alle basse vie respiratorie associate al virus respiratorio sinciziale e di circa il 90% i ricoveri.

Si tratta di dati particolarmente interessanti e confortanti considerando che, come ha recentemente dichiarato all’Ansa Alberto Villani, Coordinatore Area Pediatria Universitaria Ospedaliera dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, più dell’80% dei casi di ricovero in terapia intensiva per patologie correlate al virus respiratorio sinciziale coinvolge bambini privi di precedenti clinici rilevanti.

È possibile quindi concludere dicendo che l’augurio è quello di avere un’arma in più a disposizione, una volta superata la sperimentazione di fase 2b/3 e 3, utile alla prevenzione, al contrasto e alla gestione delle patologie legate al virus respiratorio sinciziale.

Veronica Rossetti

Photo cover: Freepik / Prostooleh 

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